La rivalutazione del lavoro manuale per migliorare il mondo di Leonardo Manetti


Discorso fatto in occasione del World Speech Day 2018 Florence 
il 12 Marzo 2018

"E’ affascinante quanto arduo parlare di un’idea per migliorare il mondo, ma come succede in agricoltura i semi che si buttano nel campo poi germogliano e crescono. Chi butta il seme deve essere lui in prima persona a cercare di fare il meglio possibile per curarlo e aiutarlo a crescere. Per migliorare il mondo bisogna partire dalle cose semplici e soprattutto da noi stessi, e la  rivalutazione del lavoro manuale ci può aiutare.
Le forbici, la falce, la zappa, una penna, un pezzo di carta, un libro sono alcuni degli attrezzi che uso quotidianamente e per me sono importanti allo stesso modo. Io amo scrivere e leggere ma anche lavorare in campagna. E’ un lavoro faticoso ma l’ho sempre fatto volentieri fin da bambino, quando seguivo il mio nonno e il mio babbo nei campi. Mi piace tagliare alcuni rami di una pianta per dare alla chioma una forma ben bilanciata che poi garantisce la nascita di buoni frutti. Ogni tanto mi fermo per una pausa, osservo quello che mi circonda e la natura mi regala grandi emozioni. Quando torno a casa sono stanco ma felice, e a volte mi metto a scrivere i pensieri che è tutto il giorno mi ronzano nella mente.
Perché oggi un lavoratore che svolge un’attività manuale è considerato inferiore a un lavoratore con mansioni meno fisiche? Anzi spesso il lavoro manuale viene rifiutato dalla società contemporanea che lo denigra, ma un suo rilancio non potrebbe che fare del bene a ognuno di noi e a tutti. Il lavoro manuale insegna a essere osservatori, a guardare quello che ci circonda con tutti i sensi e con rispetto. L’uomo dal lavoro manuale impara il senso del valore delle cose, conosce se stesso, trova una grande soddisfazione personale e lo rende completo.
Per lavoro manuale intendo anche un lavoro artistico. L’arte nella sua completezza unisce il corpo alla mente. Nell’arte le due componenti (concettuale e manuale) sono legate tra loro: servono capacità di comprensione, d’interpretazione e d’esecuzione. Quante e quali risorse rimangono racchiuse nella mente di ognuno di noi senza mai essere messe in pratica? Ed ecco l’insorgere di un senso di frustrazione che si ripercuote nella società e sugli altri.
Per ridare il giusto valore al lavoro manuale si deve cominciare dall’infanzia, dalla scuola e dall’insegnamento dei genitori. La scuola deve dare più spazio alla creatività, fare uscire la parte migliore di noi e stimolarla tramite le conoscenze e le tecniche perché questa si realizzi. I genitori devono essere contenti se i figli si dedicano alla musica, al teatro o alla danza, se si diplomano e si laureano, ma anche se vogliono fare gli artigiani.
C’è chi è portato a scrivere, qualcuno a fare le fotografie o dipingere un quadro, oppure a recitare, ballare e cantare. C’è chi ha talento a fare il falegname, la sarta, il muratore, la ricamatrice, il fornaio, la pasticcera, il fabbro, la decoratrice, il meccanico, l’orafo,  il calzolaio, il contadino, la contadina, e cosi via.
A ogni bambino si dovrebbe chiedere di scegliere un lavoro manuale che vorrebbe fare, dargli tutti gli strumenti fisici e intellettuali per poterlo aiutare a metterlo in pratica, lasciandolo libero di esprimersi nel realizzarlo.
Io mi diverto a scrivere poesie, e la poesia è anche un gioco di parole, quindi voglio concludere con delle parole per un mondo migliore: Rispetto, onestà, impegno, lavoro, fatica, conoscenza, cultura e gratificazione."

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