Un viaggio nel tempo e nello spazio al Castello di Sammezzano
Il castello di
Sammezzano, circondato da un ampio parco, si trova nell'omonima
località nei pressi di Leccio, nel comune di Reggello in provincia
di Firenze.
L'edificio principale è
una costruzione eclettica in stile moresco ed è stata edificata nel
1605 per volere della famiglia Ximenes D'Aragona. La storia del luogo
è però più antica e viene fatta risalire all'epoca romana.
Successivamente passò in
eredità a Ferdinando Panciatichi Ximenes d'Aragona che lo
riprogettò tra il 1853 e il 1889. In circa quaranta anni il marchese
progettò, finanziò e fece realizzare il parco e il castello di
Sammezzano, il più importante esempio di architettura orientalista
in Italia. Fu allo stesso tempo proprietario e committente; pur senza
laurea specifica, fu ingegnere, architetto e geologo. Una spiccata
intelligenza unita a buon gusto e capacità pratiche gli permise di
ideare, progettare, finanziare il castello realizzando in loco e con
l'ausilio di manodopera locale gran parte dei manufatti di cui il
Castello è costituito.
Il Marchese Ferdinando
trascorse qui i suoi anni sovrintendendo egli stesso alla messa in
opera del suo Sogno d'Oriente, leggendo sui libri, disegnando egli
stessi i racemi e i disegni che tuttora sono visibili nelle stanze
del Castello. Non viaggiò mai in Oriente eppure camminando nelle
sale del Castello al Piano Nobile non si può fare a meno di pensare
a quei luoghi lontani: Spagna e India in primis.
Il parco, tra i più
vasti della Toscana, venne fatto costruire a metà dell'Ottocento da
Ferdinando Panciatichi, sfruttando terreni agricoli attorno alla sua
proprietà e una ragnaia di lecci. Vi fece piantare una grande
quantità di specie arboree esotiche, come sequoie e altre resinose
americane.
Il marchese Ferdinando
Panciatichi Ximenes d'Aragona nato a Firenze nel 1813, tra tutte le
sue proprietà amò (e odio) sempre il Castello di Sammezzano, deluso
anche dai suoi contemporanei e dalla vita politica di allora, preferì
rifugiarsi qui lontano dalle voci, dagli scandali e dalle delusioni
di partito e di ideali liberali quali lui aveva.
Ferdinando Panciatichi
Ximenes d'Aragona fu uomo molto attivo in vari settori della vita
sociale: esperto di scienze, filantropo, mecenate, fine
collezionista, melomane ed amante di Verdi. A vario titolo fece parte
di innumerevoli enti fra cui: Accademia dei Georgofili (1855);
Società di Orticultura (vice presidente); Accademia di Belle Arti
(accademico onorario) e Promotore per il monumento a Dante Alighieri
in occasione del 6° centenario dalla nascita. Fu anche un uomo
politico molto impegnato nel periodo di Firenze Capitale e dell'Unità
d'Italia. Di idee liberali e fiero anticlericale, Ferdinando
Panciatichi fu consigliere nel Municipio di Reggello e di Firenze tra
il 1859 e 1865 e consigliere del Consiglio Compartimentale (poi
Consiglio Provinciale) tra il 1860 e 1864. Fu eletto per due volte
deputato del Regno tra il 1865 e il 1867. Nel medesimo anno, pochi
mesi dopo l’elezione, diede le dimissioni per protesta contro la
legge sull’asse ecclesiastico che non garantiva di rispettare
quanto invece promesso agli elettori.
In merito all'Unità
d'Italia, Ferdinando ben presto mostrò la sua cocente delusione per
come era nata l’Italia: tale scoramento è espresso in una frase in
latino del 1870 riportata nella nicchia del Corridoio delle
Stalattiti che, tradotta, recita: ”Mi vergogno a dirlo, ma è
vero: l’Italia è in mano a ladri, esattori, meretrici e sensali
che la controllano e la divorano. Ma non di questo mi dolgo, ma del
fatto che ce lo siamo meritato”.
Il percorso nelle sale è intriso dei pensieri anche ripresi da
poesie, scritti in latino nascosti tra gli stucchi e i colori, e ogni
particolare nasconde un pensiero del Panciatichi.
Morì nel 1897 lasciando
incompiuto il Castello. Alla morte fu sepolto in una tomba collocata
nel castello; il suo corpo fu poi traslato nel 1916 e sistemato nella
cappella del Cimitero di Sociana, dove riposa anche la figlia
Marianna.
Il Comune di Reggello ha
ricevuto in dono il progetto per il restauro del Sepolcreto redatto
dall’ Arch. Marco Lungani. E’ necessario raccogliere la cifra
necessaria per consentire al comune di realizzare il progetto, già
approvato.
Nel dopoguerra il
castello è stato adibito a hotel di lusso. Nonostante la vendita
all'asta del 1999 e alcuni urgenti lavori di restauro, è in stato di
abbandono. Nell'aprile 2012 si è costituito un comitato,
FPXA-SAMMEZZANO, che ha tra le proprie finalità quella di promuovere
e valorizzare il castello di Sammezzano. Nell'ottobre 2015 il
castello è stato nuovamente messo all'asta a causa del fallimento
della società italo-inglese che lo acquistò nel 1999; questa, con
base di 20 milioni di euro è andata due volte deserta.
Nel 2015 è stato
ambientazione d'interni per il film Il racconto dei racconti - Tale
of Tales, diretto da Matteo Garrone e interpretato da Vincent Cassel
e Salma Hayek.
In esso vi è stato
girato il video della canzone Ora o mai più (le cose cambiano) di
Dolcenera.
fonti:
“ Entrare in questo
castello è un viaggio nel tempo e nello spazio. Si rimane incantati
dai colori architettonici e della luci che attraverso i vetri entrano
in queste stanze da favola, la grande attenzione ai dettagli è
quella che fa la differenza in questo capolavoro. Per me che scrivo
gli elementi che mi colpiscono di più sono i pensieri scritti nelle
sale, spesso nascosti tra gli stucchi, che riescono a dare vita al
castello e a far parlare delle stanze vuote.”
- Tutte le foto pubblicate
sono state scattare durante la mia visita al castello il 20 Novembre
2016 -
Commenti
Posta un commento