Auguri di Buon Natale :-)
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DICEMBRE – NATALE
Il
Natale
è
preceduto da nove giorni dedicati alla preparazione della festa
mediante funzioni e preghiere nelle chiesa, la novena di Natale che
inizia il 16 dicembre e si conclude il giorno della vigilia. Il
Natale ormai è ricordato per tipici festeggiamenti che erano
estranei all'ambiente rurale: l'albero di Natale e i regali non
appartengono alle tradizioni delle nostre campagne. La vera festa dei
bambini era infatti la Befana. Se l'albero di Natale era sconosciuto,
i presepi potevano essere ammirati presso le chiese e i conventi, ed
erano detti “le capannucce”. Ma ormai sono tanti anni che il
presepe e l'albero di Natale hanno preso piede e vengono allestiti
nelle case e all'aperto.
Leonardo
Leonardo
“È
Ceppo!” Tradizioni di Natale nel Chianti di Patrizia Piazzini
“Bambini,
è Ceppo!” –
così ci salutava la nonna da piccoli quando la sera
di Natale andavamo
a cena da lei. Non ci ha mai detto “è Natale”, non ha mai fatto
l’albero in casa né il Presepe perché “quando s’era piccini
noi non usava”.
Ma
che vuol dire che è Ceppo?
Significa
che è Natale e si dice così per l’antica tradizione (forse di
origine pagana) di bruciare la notte di Natale un grosso ceppo di
legno nel camino, che illuminava e riscaldava la casa durante la
veglia della Vigilia. Il capofamiglia sceglieva l’albero più
adatto e la sera della Vigilia veniva portato in casa ed accesso con
tutta la famiglia riunita; a volte veniva decorato o benedetto, tanto
era importante e significativo. Il Ceppo doveva bruciare fino al
giorno di Natale ed in alcuni casi bruciava fino al Capodanno o
all’Epifania: un fuoco che dava calore e luce alla casa nel periodo
delle festività e allontanava così anche la malasorte. Questo
particolare tronco rappresenta simbolicamente l’unione fra due
mondi: quello della terra e dell’inverno, in cui l’albero affonda
le radici, e quello della luce, della vita dove allunga i propri
rami. È così che segna il passaggio dei giorni di buio a quelli di
luce della fine dell’inverno. Per questo il Ceppo veniva scosso dal
capofamiglia che faceva delle predizioni su come sarebbe stato l’anno
nuovo: muovendo il ceppo ci si chiedeva quanto grano ci sarebbe stato
quell’anno, quanto vino, quante castagne, quanto olio, se la
stagione sarebbe stata propizia o no. Rispondeva il fuoco, con i suoi
crepitii che andavano interpretati. D’altronde si sa che i primi
giorni dell’anno venivano osservati attentamente da chi lavorava e
viveva in campagna.
Nelle case
di campagna della Toscana e del Chianti la cucina era la stanza più
importante della casa, dove il grosso camino era così
importante per riscaldare la casa intera, per cucinare e per
ritrovarsi tutti insieme, magari seduti intorno al fuoco a
raccontarsi storie. Allora, come oggi, quando la famiglia si riuniva
nel periodo delle feste si pensava anche ad imbandire la tavola e a
preparare qualche piatto che durante il resto dell’anno non avrebbe
lo stesso sapore.
A
proposito di Ceppo, non si può non parlare dell’arrosto
del Ceppo: un
lungo spiedo con vari tipi di carne che veniva fatta cuocere
lentamente nel camino; una preparazione lunga che prevedeva il taglio
delle varie carni (salsicce, fegatelli, anatra, faraona, tordi) che
venivano poi condite con erbe aromatiche come alloro, rosmarino, pepe
e successivamente messe sullo spiedo intervallate da fette di pane
casereccio. A Natale poi in tavola non poteva mancare il brodo
di cappone,
che veniva considerato cibo di lusso e si mangiava solo per le Feste,
un galletto castrato intorno ai 2 mesi e macellato dopo 8 mesi di
vita; in alternativa il brodo fatto con la famosa gallina vecchia,
una costa di sedano, un cipollotto e una carota. Col brodo si
mangiavano i cappelletti, pasta all’uovo finissima con un ripieno
di carne di cappone (o comunque una carne magra). E naturalmente le
frattaglie non dovevano esser buttate! I fegatini del pollo venivano
usate per fare i famosi crostini
neri,
con aggiunta di capperi, cipolla, acciughe, salvia, olio, un goccio
di vin santo, serviti sul pane toscano raffermo e bagnato con un po’
di brodo. Il simbolo della convivialità nel Chianti e in tantissime
altre zone in Toscana.
Quello
che vi ho raccontato finora è un mix di ricordi della mia bisnonna,
della nonna e gli zii e ogni casa ha le sue ricette e le sue
abitudini, ma ancora oggi molte delle antiche tradizioni sono rimaste
ovunque, anche se reinterpretate in chiave moderna: la famiglia
riunita durante le feste, l’antipasto con i crostini, i cappelletti
in brodo, l’arrosto. Il ceppo lo troviamo solo a fine pasto. Di pan
di spagna coperto di cioccolata!!
E
i regali? Quelli li porta Ceppo, mica Babbo Natale! Era usanza la
mattina di Natale dare ai bambini della frutta secca oppure dei
piccoli giochi in legno.
Auguri
di buone feste a tutti i nostri lettori.
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