In una economia rurale
tanto avara di compensi la lavorazione del giaggiolo (iris pallida
che è la specie con fiori di colore azzurro pallido) era un modesto
salvadanaio magari per mettere da parte qualche soldo per il corredo
delle figlie, oggi ci sono sempre meno campi coltivati e nel futuro
lo saranno sempre meno. La coltura del giaggiolo in Toscana è oggi
confinata in due modeste aree delle provincie di Firenze e Arezzo
(S.Polo, Greve, Lamole, Piandiscò, Castelfranco, Loro
Ciuffenna).
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RIZOMI MONDATI BIANCHI |
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RIZOMI AFFETTATI
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La coltivazione del
giaggiolo è data dal suo rizoma, elaboratore naturale di tante
essenze utili all'uomo. Al terzo anno di vita della barbatella nella
piantagione si procede alla lavorazione del rizoma del giaggiolo
solitamente nei mesi di luglio e agosto. Il giaggiolo esige tre anni
di vegetazione per dare il maggiore e migliore prodotto.
L'estirpazione dei rizomi solitamente si fa a mano con la zappa o il
bidente (o “ubbidiente”, una specie di zappa a forma di forca)
per le difficili situazioni del terreno dove sono le giaggiolaie,
nelle prode dei campi terrazzati o nelle piagge (terreni aridi che si
prestano male ad altri sfruttamenti). Si sollevano i rizomi senza
romperli e afferrando le foglie si scuote la pianta contro il manico
del bidente per staccare la terra dalle radici. Le piante intere
appena raccolte vengono sottoposte alla “sbarbatellatura” cioè
alla separazione delle barbatelle che serviranno per la piantagione
in genere effettuata nel mese di settembre. Le barbatelle sono apici
dei rizomi provvisti di qualche foglia, alcuni preferiscono
scorciarle con un colpo di falce perchè la pianta attecchisca
meglio. I rizomi senza le barbatelle vengono portate nelle case dove
sono sottoposti alla “sbarbucciatura”, asportazione delle radici
con un piccolo coltello. I rizomi sbarbucciati vengono lavati con
l'acqua e poi possono essere affettati o mondati. L'affettatura con
affettatrice elettrica o con una coltella speciale, avviene normalmente in
tre pezzi tagliando il rizoma nel senso della lunghezza, e accellera il
processo successivo di essiccazione. La mondatura consiste invece di eliminare le bucce con appositi
roncolini per fare il giaggiolo bianco, che poi viene messo ad
essiccare intero, se il giaggiolo si sbuccia facilmente si dice che
“va in succhio”. L'essiccazione dei giaggioli sia mondati che
solo affettati viene fatta su stuoie al sole. Con una stagione
favorevole, otto giorni sono sufficienti per la seccatura.
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SBARBUCCIATURA |
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ESSICCAZIONE
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Il
prodotto essiccato, affettato o mondato bianco viene solitamente
conferito ad una Cooperativa, Associazione Toscana Giaggiolo. Ci sono varie
utilizzazioni del giaggiolo, ma la più diffusa è per la profumeria
e la cosmesi. Attraverso un processo di distillazione si estrae un'essenza dalle note
delicate e persistenti, simili alla violetta-mammola.
AZIENDA AGRICOLA MANETTI LEONARDO
CEL. +393288117607
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